• Vincenzo Guerra (1840-1870)
  • Regina Guerra (1870-1887)
  • Gregorio Gregorj (1887-1913)
  • Giorgio Gregorj (1913-1924)
  • Alfredo Gregorj (1924-1965)

La Fornace Guerra-Gregorj rappresenta un luogo dalla forte valenza storico e artistica che ha caratterizzato il Veneto fin dal lontano 1840 sino ai recenti anni Sessanta

La Fornace Guerra-Gregorj che racchiude la cultura e la storia di un antico e magico luogo, influisce tramite i suoi magnifici fregi ceramici nel nostro quotidiano. La facciata del Mezzà per esempio presenta dei fregi attribuiti ad Arturo Martini e ad Alberto Martini.
Lo stabilimento ha ricevuto molteplici riconoscimenti e onori, tra i quali quello di essere stato premiato con la Medaglia d’argento all’ «Esposizione Universale Parigi 1900.

Vincenzo Guerra

Vincenzo Guerra

Dinanzi a un fabbricato già esistente, una parte residua di un’antica villa denominata “Mezzà” (in dialetto veneto: mezzanino, ufficio) che Vincenzo Guerra, nobile di origini friulane ma nato a Casier nel 1791, fece costruire nel 1840, un impianto industriale attorno al quale sorsero diversi fabbricati tra i quali la falegnameria, il laboratorio per i vasi, quello del forno per la ceramica e le piccole statue in terracotta, la Sala degli Artisti, la mattonaia, i granai. L’intera aerea misura circa ventunomila metri quadrati. L’impianto industriale si specializzò nella fabbricazione di mattoni e di altri elementi per l’edilizia particolarmente.
Vicenzo Guerra amministrava con saggezza ingrandendo anche i propri possedimenti che gli erano necessari per l’estrazione dell’argilla e dedicandosi specialmente ai materiali da costruzione e da restauro, mattoni, ceppi, camini, pavimenti e cornici in cotto.

Regina Guerra, Bartolomeo Gregorj, Gregorio Gregorj

Regina Guerra

Vincenzo Guerra era stato presto affiancato nella direzione dalla figlia Regina, unica figlia che aveva avuto dalla moglie Elisabetta Paradisi. Ella aveva sposato Bartolomeo Gregorj ma ne rimase presto vedova. Donna energica e dal temperamento forte, divenne una delle prime donne imprenditrici di quell’epoca, dirigendo la fornace a partire dal 1870, in un momento in cui le necessità della vita avevano portato a posizioni di comando. I continui rapporti di lavoro con la città di Venezia sono la prova del forte interesse per lo sviluppo e l'incremento economico dell’azienda. Con lei cominciava la produzione artistica con pezzi di terracotta e piatti decorati che rappresentano l'evidente influenza neoclassica visibile tramite la scelta di soggetti mitologici ma anche popolari romantici come bambini con grandi cappelli e scene campestri.

Medaglia data a Regina Guerra

Medaglia data a Regina Guerra

Il prestigio della Fornace Guerra Gregorj si ampliò oltre la regione del Veneto e nel 1881 riceveva un riconoscimento ufficiale per i suoi prodotti e nello stesso anno un gruppo di operai vetrai veneziani dedicava a Regina “in segno di ossequioso ricordo per la medaglia meritatamente ottenuta”, una dedica incorniciata di fiori con il tono predominante dell’azzurro, il tutto composto da piccole palline di vetro.

Gregorio Gregorj

Gregorio Gregorj

Dei due figli, Gregorio, dovette rinunciare agli studi universitari in favore di Vincenzo, per dirigere lo stabilimento e diventare come diceva lui un "umile forniciaio". Egli colpito dalle diverse piaghe sociali del territorio, quali l’abbandono dei minori e la denutrizione eppure altresì rivolto alla costante ricerca verso un pensiero positivista nel mondo rurale, scrisse numerosi libri, tra i quali Le calzature economiche per le classi povere Treviso, Edizioni Italia Agricola., I trovatelli presso i contadini del Veneto, Treviso, Ed Zoppelli, 1910.

Una data molto importante per la fornace fu il 1887: anno dell’incendio dello stabilimento e della sua rinascita materiale, attraverso la ricostruzione del complesso con una elegante ed imponente facciata neoclassica, insolita per una fabbrica, al di là della quale erano presenti nuovi macchinari e il nuovo forno Hoffmann che permetteva una lavorazione a ciclo continuo. Attualmente la facciata neoclassica possiede ancora, anche se sbiadita, la dicitura GUERRA-GREGORJ 1840-1887.

A fine Ottocento nella fornace lavoravavano circa cento operai che abitavano nelle 'case operaie' appositamente costruite con dotazione di terreno agricolo in affitto.

Sposatosi nl 1875 con Laura Mandruzzato, con quei buoni auspici che non erano rappresentati solo da doni materiali ma anche e non meno importanti, poesie, brevi discorsi di augurio incorniciati da graziose composizioni di fiori. Mentre Gregorio amministrava lo stabilimento, lei si dimostrava come una valida e fedele collaboratrice.

Laura Mandruzzato moglie di Gregorio Gregorj

Laura Mandruzzato

Alla cottura dei laterizi che arrivavano a 3 milioni di pezzi all'anno, veniva affiancata quella delle ceramiche, per le quali il forno a ciclo continuo rappresentava all'epoca una novità perché ce ne erano solamente 3 o 4 in Italia.

Con Gregorio la produzione di ceramiche artistiche, cominciata ai tempi di Regina, si incrementò maggiormente, tanto che portò a riconoscimenti nazionali ed europei.

Nel 1894 si ottenne un brevetto per una qualità speciale di mattoni ripressati che rispondevano alle esigenze architettoniche di quei tempi in cui si necessitava di particolari mattoni a fasce e spigoli levigati. L'anno dopo Gregorio ottiene un altro brevetto per la creazione di una colorazione speciale smaltata dei mattoni chiamata "a gran fuoco". Un altro brevetto si ottenne ideando una tecnica che permetteva di simulare la tela dei quadri.

Non si limitava ad essere un imprenditore ma si dedicava parallelamente all'impegno sociale, ricercando tutti quei fermenti positivi nei vari aspetti della società finalizzati al raggiungimento di risultati che potessero dare risposta alle numerose e drammatiche esigenze del proletariato.
Egli era iscritto al Partito Progressista, in quanto le sue forze erano indirizzate alla realizzazione dei suoi ideali. All'interno dello stabilimento fu promotore di una Società di Mutuo Soccorso tra gli operai.

Nel 1898 Gregorio fondava il Bollettino della Industria Ceramica, interessantissima pubblicazione di cui era anche direttore e dove venivano date notizie degli avvenimenti del settore.

Testata del Bollettino della Industria Ceramica, Gregorio Gregorj

Testata del Bollettino della Industria Ceramica

La testata dell’anno 1901 con il frontespizio disegnato da Pietro Murani, raffigura una fanciulla intenta nella decorazione di un vaso e circondata dall'immagine della fornace in piena attività.

Giorgio Gregorj, Mario Gregorj, Alfredo Gregorj

Giorgio Gregorj

Mario Gregorj

Alfredo Gregorj

Dal 1913 al 1924 la direzione della struttura passò al figlio maggiore Giorgio, ingegnere, laureatosi all'Università di Padova. Ricordando gli anni universitari, Giorgio diceva spesso che Gregorio non voleva pagargli il biglietto del treno in seconda classe ma lo obbligava a viaggiare il terza classe con il popolo.

Nel frattempo il fratello minore Mario, frequentava la facoltà di giurisprudenza a Padova con l'intento di diventare avvocato per poi laurearsi il 23 Novembre 1912 e lo si vede in un manifesto che gli dedicarono i suoi compagni accanto a due libri del Codice Civile e del Codice Penale. Nel corso della sua vita si dedicherà alla pittura e alla scultura, specializzandosi come incisore di medaglie presso la Zecca di Roma.

Nel 1915 Giorgio diede ordine di smontare tutti i macchinari e spedirli a Milano per timore di una invasione austriaca. La fornace venne poi occupata dall'esercito italiano e la produzione si fermò. Riprese a pieno ritmo nel 1919, i padiglioni venivano ingranditi, l'impianto elettrico veniva rinnovato e l'acquisizione di nuovi macchinari arricchiva il complesso ceramico.

Egli partecipò alla spedizione di aiuti dei terremotati a seguito di un forte sisma che colpì Reggio e Messina il 28 Dicembre 1908. Giorgio divenne direttore dei lavori per la ricostruzione del paese di Seminara di Palmi in Calabria, conclusi nel mese di giugno del 1909. Fu tra i fondatori della Cassa di Risparmio nel 1913.

Nelle ultime elezioni libere venne eletto deputato provinciale e, dopo la Liberazione, prese parte nuovamente alla vita pubblica trevigiana come assessore ai lavori pubblici, e fu sindaco nel 1951-52.

Dal 1924 fu il fratello Alfredo a dirigere la fornace, pur continuando a collaborare con Giorgio per il potenziamento dei fabbricati e la costruzione di nuove case per gli operai, sostituendo le preesistenti e ingrandendole. E in ognuna di quelle case era presente il porticato, un stalla, quei pavimenti in cotto e in mattoni ritrovabili anche nella casa del Petrarca ad Arquà, donando al complesso l'aspetto e la funzione di una casa colonica veneta, con muri di mattoni pieni e non forati.

Alfredo seguiva le partecipazioni alle esposizioni. Importante fu quella del 1925, quando venne esposto un campionario di piatti decorati, statue e un caminetto in ceramica con delicati ornamenti circolari nei toni predominati dell'azzurro. Alla Esposizione Mondiale di Barcellona del 1930 si ottenne una medaglia d'oro con un imponente fregio con animali e uno stile nuovo, modernismo.

Nel 1962 Alfredo fu Presidente Associazione Industriali della Provincia di Treviso e consigliere presso il Comune di Treviso dal 4 Luglio 1956 al 6 Dicembre 1960 e dal 20 Giugno 1951 al 4 Luglio 1956.

A seguito delle difficoltà degli eventi bellici la fornace si rivelava non più conforme ai tempi e alle nuove dinamiche dello sviluppo. I prodotti, pur essendo di ottima qualità, avevano costi di produzione non più in linea col mercato. L'impresa avrebbe richiesto consistenti impegni finanziari per rinnovare interamente i macchinari, cosa che non fu possibile sostenere. Lo stabilimento dovette chiudere l'attività nel 1965.

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